L’emergenza idrica e i cambiamenti climatici.

Sono di questi giorni le prime ordinanze di regolamentazione dell’utilizzo dell’acqua potabile per usi domestici che ne vietano l’uso 24 ore su 24 per scopi diversi da quello igienico sanitario (quindi niente irrigazione di giardini ed orti, lavaggio auto, riempimenti di piscine, ecc. ecc.), fino al 15.09.2017.

La situazione oggi è allarmante se si pensa alle informazioni diffuse da alcuni Sindaci per cui, se la situazione non si modifica e se non si prendono provvedimenti, il 25 giugno prossimo potrebbe non essere più possibile prelevare acqua per usi potabili dalla diga del Mignano. Oggettivamente i dati sono questi: le piogge in Val d’Arda sono – 80% rispetto alla media degli ultimi 15 anni; il livello della diga non è mai stato così basso dall’anno di costruzione (1934); gli agricoltori stanno utilizzando solo il 20% dell’acqua a loro destinata dalla diga per l’irrigazione.

Pur rappresentando la Val d’Arda e la Val Chero un caso limite, il resto del territorio rimane in una situazione di criticità, in quanto le scarse precipitazioni cumulate da ottobre 2016 ad oggi, inferiori del 40-50% rispetto a quelle attese (ossia tra 200 e 300 mm in meno), hanno inciso sulla ricarica delle riserve idriche, sia superficiali, invasi e corsi d’acqua, che nelle falde.

La crisi idrica ha però colpito l’intero territorio della regione Emilia-Romagna (un po’ meno la costa adriatica), motivo per cui partirà questa settimana la richiesta al Governo dello stato di emergenza nazionale.

Situazioni come queste saranno sempre più frequenti e più intense.

Nelle prossime settimane poi, con l’innalzamento anomalo ed anticipato delle temperature, assisteremo ai primi “black out” per un consumo eccessivo di energia elettrica per il funzionamento dei climatizzatori, rispetto alla capacità di produzione delle nostre centrali (molte, peraltro, idroelettriche).

Per non parlare dei prossimi e necessari acquazzoni estivi che, per le attuali condizioni meteo-climatiche, saranno caratterizzati da intensi temporali, di breve durata, che porteranno, nelle migliori delle ipotesi, grandine, forte vento e allagamenti.

In una comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo (COM(2013) 216 final), relativa alla strategia di adattamento ai cambiamenti climatici, viene messo in evidenza come sono in aumento i fenomeni meteorologici estremi, con una maggiore frequenza di ondate di calore, incendi boschivi, siccità, precipitazioni e alluvioni crescenti nell’Europa meridionale e centrale. La maggiore frequenza di questo tipo di eventi, con tutta probabilità, aumenterà la portata delle catastrofi e si tradurrà in perdite economiche, problemi per la sanità pubblica e una maggiore mortalità, con l’inasprimento del divario sociale.

La gravità degli impatti varia a seconda delle condizioni climatiche, geografiche e socioeconomiche, ma interessa tutti i nostri territori dove, in particolare, le zone montane e le pianure risultano essere quelli più vulnerabili.

L’impatto dei cambiamenti climatici è destinato ad aumentare nei prossimi decenni a causa degli effetti differiti nel tempo delle emissioni di gas, passate e presenti.

Pertanto non ci sono alternative alle misure di adattamento per affrontare gli inevitabili impatti sul clima ed i costi economici, ambientali e sociali che comportano. Se diamo priorità ad approcci coerenti, flessibili e partecipativi sarà meno oneroso intervenire con azioni di adattamento precoci e pianificate piuttosto che pagare il prezzo di un mancato adattamento.

Considerata la natura specifica ed estesa degli impatti dei cambiamenti climatici sul territorio, le misure di adattamento devono essere prese a tutti i livelli, con interventi locali, regionali e nazionali.

Qualcosa si può fare e Smart City and Buildings s.r.l., prima start up in Emilia Romagna ad occuparsi di cambiamenti climatici, ricorda agli Amministratori comunali piacentini il programma europeo “Patto dei Sindaci” ed il “Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile” (PAES), strumenti approvati dalla stragrande maggioranza dei Consigli Comunali.

I firmatari del Patto sono accomunati da una visione condivisa per il 2050: accelerare la decarbonizzazione dei propri territori, rafforzare la capacità di adattamento agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici e garantire ai cittadini l’accesso a un’energia sicura, sostenibile e alla portata di tutti.

Dal 15 ottobre 2015 il Patto dei Sindaci si è fuso con l’analogo programma di Adattamento Climatico, diventando un programma “integrato per l’energia ed il clima”, il cui strumento operativo è il PAESC che prevede l’implementazione del precedente PAES con le azioni necessarie per affrontare i cambiamenti del Clima.

Smart City and Buildings s.r.l. ha redatto PAES per 19 Comuni ed ha sviluppato numerose azioni di adattamento sia per gli enti pubblici che per i privati, tra cui ricordiamo: Condomini Intelligenti Piacenza, Imprese Intelligenti e Territori resilienti.

L’emergenza idrica e i cambiamenti climatici.